mercoledì 22 giugno 2011

LE TAPPE DI QUELLA MAGNIFICA AVVENTURA CHIAMATA "WIMBLEDON"



Le origini e la magia di Wimbledon - Era il 1877 quando per la prima volta sul campo di Worple Road andava in scena il singolare maschile di quello che sarebbe diventato il torneo più prestigioso e più antico della storia del tennis. Ad aggiudicarsi quella prima gemma di Wimbledon fu Spencere Gore. Dal 1877 moltissimi campioni e campionesse hanno fatto la storia del torneo contribuendo con le loro gesta ad aumentare il fascino e il prestigio di Wimbledon. Non c’è tennista che varcata la porta dell’All England Club non resti abbagliato dalla magia che un posto così emana. Nella più piena tradizione inglese Wimbledon è l’unico torneo che ha mantenuto le sue caratteristiche storiche e che nonostante il passare degli anni non si è fatto piegare dalla globalizzazione. Entrare sul centrale di Wimbledon vuol dire tuffarsi in quello spirito tipicamente inglese di fine ‘800 e inizi ‘900. Nessuna pubblicità, nessun marchio gigantesco dietro le spalle dei giocatori, fattori che invece caratterizzano gli altri tornei del mondo, compresi gli altri tre slam. La tradizione della divisa rigorosamente in bianco e che nessun tennista si è mai sentito di infrangere, il solo Agassi fu tentato, ma anche lui affascinato dalla magia di Wimbledon desistette. Il palco reale verso il quale i giocatori all’ingresso e all’uscita s’inchinavano d’innanzi la regina. Fattori che hanno caratterizzato e caratterizzeranno per sempre il torneo. L’unico passo alla modernità che Wimbledon ha accettato è stato il tetto che dal 2009 in caso di pioggia copre il centrale. Il 17 maggio 2009, nella presentazione del nuovo impianto il centrale per la prima volta si chiude sopra le teste di Andre Agassi, Steffi Graf, Tim Henman e Kim Clijsters impegnati nel match di esibizione. Molte volte le partite si sono prolungate per interruzioni dovute alla pioggia, non ci saranno più incontri interrotti e ripresi addirittura il giorno dopo e forse anche per questo resterà scolpita nella memoria e negli occhi di tutti la magica premiazione del torneo del 2008, quando a illuminare il center court c’erano solo i flash delle macchine fotografiche che immortalavano il primo trionfo di Rafael Nadal.


I Vincitori - Molte le leggende del tennis che hanno segnato la storia di questo sport anche grazie a quello fatto a Wimbledon. Suzanne Lenglen è sicuramente una di queste. Sei volte vincitrice sull’erba inglese, prima donna a presentarsi dinnanzi sua maestà con un modello d’abito che lasciava le braccia scoperte e con la gonna tagliata sopra il polpaccio, donna capace con la sua personalità e testardaggine di abbandonare il tennis proprio a Wimbledon attraverso un incidente con gli organizzatori, mandando su tutte le furie la Regina che voleva vederla giocare. Suzanne, morta nel ‘38 per una gravissima forma di leucemia, vanta una sola sconfitta per abbandono sull’erba di Wimbledon e fu una delle apri pista per il passaggio del tennis al professionismo. Dal 1924 al 1929 Wimbledon si tinse del tricolore francese Jean Borotra, René Lacoste, Henri Cochet e Jacques Brugnon dominarono tutti i tornei d’Europa. Il 1934, ‘35 e ‘36 sono gli anni di Fred Perry. Gli anni in cui un inglese è profeta in patria ed è da quei tre successi che gli inglesi aspettano un connazionale vincere il torneo. Con il passaggio al professionismo nel ’47 il tennis cambia. A Wimbledon come negli altri maggiori torei per i primi anni dopo la scissione possono continuare partecipare solo i dilettanti, ovviamente lo spettacolo ne ha risentito fino a quando non è stato permesso l’accesso a entrambi. Nel 1968 avverrà comunque la tanto attesa fusione.


Il dominio australiano - La fine degli anni ‘40 e gli inizi del ‘50 sono di marca australiana con i trionfi di Sedgman e Lew Hoad. Dominio australiano anche per buona parte degli anni 60 quando Rod Laver vince Wimbledon 4 volte e mette a segno ben due grandi slam, successivamente è Roy Emerson a vincere ancora sotto i colori dell’Australia. A trionfare a Wimbledon rappresentando la Spagna prima di Rafa Nadal c’è stato nel 1966 Manolo Santana, anche lui come Rafa più propenso a giocare sulla terra rossa. Vittoria di Santana a parte Wimbledon è ancora australiano con John Newcombe e Tony Roche.


Donne al potere e il regno di Borg - Nel 1971 intanto viene introdotto il tie-break, ad eccezione del 5 set. In campo femminile a dominare c’è Billie Jean King, trionfatrice 6 volte nel singolare, arrivando inoltre al numero record di 20 titoli a Wimbledon contando il doppio femminile e il doppio misto. Campionessa straordinaria in campo e attivista sempre in prima linea per l’emancipazione delle donne nel tennis fuori dal campo. Nel 1976 inizia il primo vero regno a Wimbledon che precederà quelli di Pete Sampras e di Roger Federer. Bjorn Borg dominatore sul rosso, domina anche sull’erba vincendo dal ’76 all’ ’80 cinque edizioni di fila del torneo.


Le rivalità storiche - Nel femminile c’è invece il dominio di Martina Navratilova che nel 1978 vince la prima di nove edizioni del torneo, l’ultima nel 1990. Passerà alla storia la rivalità con Chris Evert che riuscì a vincere Wimbledon solo nel 1976 e nel 1981. Nel maschile a mettere fine al regno di Borg è il fenomenale quanto “pazzo” John McEnroe, che trionfa a Wimbledon nel ’81, ’83 e 1984. Nel 1988 intanto è un’altra leggenda del tennis a prendersi la ribalta sul center court: Steffi Graf, trionfa a Wimbledon per la prima delle sette volte. Nel 1985 cominciano i domini di Boris Becker e Stefan Edberg. Dopo la rivalità storica della Evert contro la Navratilova, quella intensa ma breve tra Borg e McEnroe e quella tra Becker e Edberg ne comincia un’altra che spaccherà per anni il mondo del tennis tanto quanto solo Federer – Nadal faranno dal 2000 in poi: l’America e il Mondo si dividono tra Sampras e Agassi. Sampras è il padrone di Wimbledon lo vince ben 7 volte, Agassi riesce a imporsi solo nel 1992, ma le sfide tra i due giocatori restano storiche, i due americani sono due giocatori agli antipodi, sia nel come porsi in campo e ai media. Non è solo una sfida tennistica ma una vera e propria differenza di culture.


Il sogno di Henman - Dal 1994 a far sperare il popolo inglese c’è stato Tim Henman, il forte tennista inglese che ha sempre sentito forte il peso della nazione sulle spalle. Con gli inglesi riversati sulla ormai celebre “Henman’s Hill” per sostenerlo Tim non è riuscito ad andare oltre le semifinali per ben quattro volte, senza riuscire mai a giocare e magari vincere quella finale che un popolo intero brama.


La transizione prima di Federer - Il 2000 vede l’ultima perla di Sampras. Nel 2001 riesce finalmente a vincere Wimbledon, dopo tante finali perse, Goran Ivanisevic, che ha avuto nella sua instabilità il suo più grande limite. Nel 2002 è di nuovo un australiano a vincere: Lleyton Hewitt. Dal 2003 è storia recente ed è anche facile ricordarla, Roger Federer diventa il nuovo padrone dell’All England Club dopo Borg e Sampras. Dopo aver chiuso il regno di Pete nel 2001 nei quarti di finale, lo svizzero ha dovuto aspettare due anni per cominciare la sua striscia di successi. Nel 2003 vince contro Mark Philippoussis, contro Andy Roddick nel 2004, ancora contro Roddick nel 2005. Nel 2006 va in scena la prima di tre finali consecutive tra Federer e Nadal per quella che è l’ultima vera grande rivalità che ha spaccato in due i tifosi di tennis. Troppo diversi per affascinare allo stesso modo il tifoso e in questi anni ci siamo dovuti per forza identificare in uno solo dei due stili, scegliere insomma tra il “c’mon” o il “vamos”.


Roger vs Rafa - Le prime due finali sono di Federer nel 2006 in quattro set. Nel 2007 Nadal, dopo evidenti progressi anche sull’erba, costringe Federer al quinto set, ma è nel 2008 che va in scena quella che è considerata la più grande partita di tutti i tempi. Federer è a caccia del sesto titolo di fila che gli permetterebbe di superare Borg, Nadal vuole vincere finalmente anche sull’erba. Lo spagnolo domina i primi due set, Federer, dopo la pausa per pioggia, si ricorda di essere sul center court di Wimbledon non sul Philippe Chatrier a Parigi: è rimonta con 2 match point annullati. Al quinto è la pioggia a farla da padrone ancora una volta. Federer sembra lanciato verso il compimento della clamorosa rimonta, ma la stessa pioggia che ha bloccato la discesa di Nadal nel terzo set stavolta arriva in soccorso dello spagnolo: è ancora una volta pausa. Al rientro Nadal si è ripreso, senza tie- brak la partita si prolunga fino all’8-7, quando lo spagnolo riesce a chiudere l’incontro leggendario sul 9-7 a suo favore a Londra sono le 22 e 30. Federer come Borg, cede Wimbledon e poche settimane dopo anche la prima posizione del ranking mondiale. Quello che era l’imbattibile sull’erba è tornato umano, ma nel 2009 Federer torna a Londra e si riprende Wimbledon. Senza Nadal, fuori per infortunio, è ancora Roddick a contendergli il titolo, l’americano stavolta si arrende solo al quinto set perdendolo per 16 giochi a 14.


Nadal si riprende Wimbledon, mentre dominano le Williams - Nel 2010 due eventi storici caratterizzano il torneo: il ritorno della regina dopo 33 anni e il match-maratona sul campo 18 tra Isner e Mahut. Il punteggio del 5° set recita: 70 giochi Isner c 68 Mahut dopo 11 ore e 5 minuti di gioco. Il campione in carica intanto cede ai quarti di finale contro Berdych: per la prima volta dal 2003 Federer non gioca l’atto conclusivo del torneo, a trionfare sarà ancora una volta Rafael Nadal. Nel femminile il nuovo millennio è targato Serena e Venus Williams che si sono spartite 9 titoli. Cinque li ha vinti Venus, quattro Serena. La storia di Wimbledon è destinata a continuare e a brillare, regalando altri trionfi leggendari, altre partite sensazionali e altre rivalità storiche. Già da quest’anno forse con Djokovic e con lo scozzese Murray, che tanto scalda il cuore pieno di speranza dei sudditi di sua maestà, si potrà interrompere il dominio Federer – Nadal ma è presto per saperlo… sui campi dell’All England club il torneo del 2011 è appena iniziato.


Cristiano Checchi

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