martedì 19 ottobre 2010

L'IGNOBILE DOMENICA TV DEL CALCIO IN CHIARIO



Nel 2010 ormai quasi tutti possiedono un abbonamento alle piattaforme satellitari (Sky, Mediaset, Dahlia-TV) che consentono la visione in diretta delle partite di serie A e i resoconti filmati con le azioni salienti al termine degli incontri. Ma ci sono ancora persone che, per svariati motivi, attendono le ore 18 della domenica per gustarsi immagini e gol della giornata di campionato. Una volta c’era 90°Minuto, un’ora scarsa di immagini con commenti moderati e le sintesi delle gare. Oggi c’è 90°Minuto, un’ora scarsa piena di chiacchiere e patetiche imitazioni di telecronache in diretta con gli inviati sui campi che urlano e si esaltano per azioni verificatesi un paio d’ore prima. Una volta nel dopocena c’era La Domenica Sportiva, un’ora e mezzo con servizi sulle partite ed approfondimenti. Oggi c’è La Domenica Sportiva, oltre due ore di chiacchiere ristagnanti, tabelle tattiche sul “magma delle squadre” (?) che risulterebbero astruse anche in aula universitaria della facoltà di Ingegneria Spaziale. E i servizi delle partite? Ben oltre la mezzanotte, neanche fossero vietati ai minori. Una volta c’era Pressing, sapientemente condotto da Raimondo Vianello, un maestro di educazione ed ironia, oltre che di televisione, che in un paio d’ore e anche meno esauriva con competenza e chiarezza tutti gli argomenti della domenica pallonara. Poi è arrivato Controcampo, programma già più urlato e con i toni della polemica sempre troppo in primo piano, ma comunque completo ed esauriente. Oggi c’è Controcampo, un’infinità di polemiche, approfondimenti solo su Inter, Juventus, Milan, Roma e qualche volta il Napoli, servizi sulle gare ridotti al minimo (in pratica vengono mostrati a malapena i gol) e relegati alla fine del talk-show, ovvero più o meno attorno all’una di notte. La comunicazione nel mondo del calcio scade sempre di più, sembra quasi che il passaggio al digitale terrestre abbia portato via con sé non solo il segnale analogico, ma anche il modo sano di fare televisione. Dalle manie di protagonismo delle emittenti satellitari a pagamento, alla pochezza dei canali in chiaro, a rimetterci sono sempre i poveri utenti che vorrebbero avere soltanto un servizio decente. Sandro Ciotti e Raimondo Vianello, ci mancate.


Marco Milan

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