giovedì 28 ottobre 2010

LA JUVENTUS NON MOLLA VUOLE IL CAMPIONATO 'O5-'06


Il campionato 2005-06 non è ancora finito. Sono passati ormai quattro lunghissimi anni dalla conclusione sul campo. Con calciopoli quella stagione, che sul campo ha visto trionfare la Juve, difficilmente conoscerà la parole fine. È l'Inter secondo i tribunali la squadra campione d'Italia, il primo scudetto di quella che è poi diventata una serie lunga altri quattro campionati. Perché quel campionato non è ancora finito? Semplice entrambe le società rivendicano quello scudetto. La Juventus, infatti, ha appena fatto sapere, dal presidente Agnelli, che non vorrà rinunciare a quello scudetto e che c'è la ferma volontà di chiedere ufficialmente la restituzione.

Stesso identico discorso è fatto dalla parte neroazzurra, come se perdere quello scudetto di cartone volesse dire perdere quelli vinti sul campo. Moratti passando per Julio Cesar e tanti altri componenti della rosa, hanno più volte espresso quanto importante sia quello scudetto. L'Inter ha finito quel campionato al terzo posto, dietro a Milan e Juve. Se è più che giusto non prendere neanche in considerazione l'ipotesi di dare quello scudetto alla Juventus, sarebbe allo stesso modo giusto considerare l'assegnazione dello scudetto 2006 come quello del 2004-'05 ovvero non assegnandolo a nessuna delle due squadre. Dovrebbe essere anche una semplice questione di stile, come si fa a reclamare per proprio uno scudetto perché ci si considera virtuosi, senza macchia quando i tabulati telefonici hanno poi dimostrato il contrario? Quando viene dimostrato che quel virtuosismo di cui tanto ci si vantava era più che altro presunto come si fa a pretendere per se lo scudetto “morale”?

È ovvio che le telefonate uscite fuori riguardanti l'Inter non sono compromettenti come quelle riguardanti la Juventus, ma bastano però a dimostrare che il vizio delle telefonate agli arbitri era un vizietto di parecchie squadre. Allora perché si perde tempo dietro reclami e frecciate tra dirigenze? È questo sicuramente uno dei tanti aspetti brutti del nostro calcio. Un interessante servizio Mediaset, a metà tra provocazione e realtà, ha proposto l'assegnazione dello scudetto di cartone alla prima squadra classificata in quell'anno che non sia coinvolta in nessuna chiamata verso le alte cariche arbitrali. Scalando la classifica si è arrivati cosi all'assegnazione del titolo al Livorno di Spinelli, attualmente in serie B, in quanto non è emerso nessuno squillo verso i vari Bergamo, Pairetto o chi che sia. È solo provocazione che forse tale non dovrebbe restare avvicinandosi un po' di più alla realtà. Nel frattempo continueremo, stanchi e stufi, a sentire richieste per uno scudetto giocato quattro anni fa.

Cristiano Checchi

lunedì 25 ottobre 2010

IL RE FA 64!


Non è certo il trionfo più prestigioso della sua fantastica carriera, quella dell' Atp 250 di Stoccolma, ma è comunque una vittoria significativa perché permette, a quello che per tanti tifosi resta il “ re del tennis”, di aggiudicarsi il suo 64 esimo titolo. Roger Federer, battendo in finale Florian Mayer, con il parziale di 6-4/6-3, ha raggiunto Pete Sampras e Björn Borg nella speciale classifica dei più vincenti di sempre. A guidare la gloriosa classifica c'è Connors con 109 vittorie, poi Lendl con 94 e McEnore con 77.

Federer non ha vissuto di certo la sua stagione migliore, è per questo motivo che una vittoria così, importante più per il significato che per il prestigio in se, può diventare importante per affrontare al meglio il Master Finals di Londra, li però a giocarsela saranno i primi 8 del mondo. Per il momento a contendere il titolo a Federer ci saranno Nadal, Djokovic, Murray e Soderling, si attende che gli altri tre posti siano assegnati ufficialmente al sesto, settimo e ottavo del circuito.

Le vittorie, come detto, nel 2010 sono state poche. La stagione si era aperta nel miglior modo possibile con il 16 slam portato a casa, l'Australian Open, contro Murray. Il secondo successo è arrivato a Cincinnati contro Fish. Il terzo è storia recente.

A far scalpore in questo non esaltante 2010 sono le sconfitte di Sua Maestà. In Australia oltre al 16 esimo slam era arrivata anche la 23 esima semifinale consecutiva in un torneo dello Slam, un numero pazzesco, quasi sovra umano. Dopo sono arrivate le eliminazioni di Indian Wells e Miami, quella di Roma, dell'Estoril Open e quella in finale contro Nadal a Madrid. Tutto però doveva fare da preparazione per il Roland Garros. Il Torneo parigino non è andato come sperato, si è interrotto l'incredibile record delle semifinali di fila, Roger si è infatti fermato ai quarti di finale contro Soderling, alla prima vittoria su 13 incontri. Dopo la sconfitta in finale a Halle contro Hewitt è arrivata forse la sconfitta che più ha fatto male al campione di Basilea ovvero l'eliminazione da Wimbledon, casa sua, sempre ai quarti di finale contro Berdych.

La stagione sul cemento ha dato sicuramente più soddisfazioni a Federer. Oltre al già citato Autralian Open è arrivata la finale di Toronto, persa contro Murray, e la vittoria di Cincinnati . È allo Us Open, tennisticamente parlando la sua seconda casa dopo l'erba di Wilmbledon, che RF ha dato più spettacolo, esprimendo un ottimo tennis. Ha rispolverato il colpo sotto le gambe, presentato già l'anno scorso sempre a Flushing Meadows contro Djokovic in semifinale, finale poi persa contro Del Potro. È arrivato in semifinale, ancora contro Djoko, senza aver mai perso un solo set. Dopo 5 set e 3 ore e 44 minuti di gioco ad aver avuto la meglio stavolta è stato il serbo, le finali consecutive allo slam americano si sono fermante solamente, si fa per dire, a 6. Potevano essere 7 visto i due match point falliti dallo svizzero, ma così è stato. L'ultima delusione prima della vittoria di Stoccolma è arrivata in finale a Shanghai contro Murray. Finale raggiunta dopo aver dato lezioni di tennis proprio a Novak Djokovic in semifinale. È stato quindi un Federer a corrente alternata in questa ultima parte della stagione, ma con la certezza che quest'anno si è espresso a buoni livelli solo sul cemento.

È un Federer che quindi può nutrire buone speranze in vista di Londra. Allo stesso tempo sappiamo che è un Federer che va verso la fine della carriera; sappiamo tutti, a malincuore, che non sarà sempre possibile ammirare quel Federer straripante e tennisticamente stupendo. Sappiamo però che avendo 29 anni qualche gemma, forse nel 2011, riuscirà ancora a darcela, dovremmo essere noi li pronti a osservarla, studiarla e ammirarla. Ringraziandolo per quello che in questi anni ha regalato a noi amanti del tennis.

Cristiano Checchi

martedì 19 ottobre 2010

L'IGNOBILE DOMENICA TV DEL CALCIO IN CHIARIO



Nel 2010 ormai quasi tutti possiedono un abbonamento alle piattaforme satellitari (Sky, Mediaset, Dahlia-TV) che consentono la visione in diretta delle partite di serie A e i resoconti filmati con le azioni salienti al termine degli incontri. Ma ci sono ancora persone che, per svariati motivi, attendono le ore 18 della domenica per gustarsi immagini e gol della giornata di campionato. Una volta c’era 90°Minuto, un’ora scarsa di immagini con commenti moderati e le sintesi delle gare. Oggi c’è 90°Minuto, un’ora scarsa piena di chiacchiere e patetiche imitazioni di telecronache in diretta con gli inviati sui campi che urlano e si esaltano per azioni verificatesi un paio d’ore prima. Una volta nel dopocena c’era La Domenica Sportiva, un’ora e mezzo con servizi sulle partite ed approfondimenti. Oggi c’è La Domenica Sportiva, oltre due ore di chiacchiere ristagnanti, tabelle tattiche sul “magma delle squadre” (?) che risulterebbero astruse anche in aula universitaria della facoltà di Ingegneria Spaziale. E i servizi delle partite? Ben oltre la mezzanotte, neanche fossero vietati ai minori. Una volta c’era Pressing, sapientemente condotto da Raimondo Vianello, un maestro di educazione ed ironia, oltre che di televisione, che in un paio d’ore e anche meno esauriva con competenza e chiarezza tutti gli argomenti della domenica pallonara. Poi è arrivato Controcampo, programma già più urlato e con i toni della polemica sempre troppo in primo piano, ma comunque completo ed esauriente. Oggi c’è Controcampo, un’infinità di polemiche, approfondimenti solo su Inter, Juventus, Milan, Roma e qualche volta il Napoli, servizi sulle gare ridotti al minimo (in pratica vengono mostrati a malapena i gol) e relegati alla fine del talk-show, ovvero più o meno attorno all’una di notte. La comunicazione nel mondo del calcio scade sempre di più, sembra quasi che il passaggio al digitale terrestre abbia portato via con sé non solo il segnale analogico, ma anche il modo sano di fare televisione. Dalle manie di protagonismo delle emittenti satellitari a pagamento, alla pochezza dei canali in chiaro, a rimetterci sono sempre i poveri utenti che vorrebbero avere soltanto un servizio decente. Sandro Ciotti e Raimondo Vianello, ci mancate.


Marco Milan

domenica 17 ottobre 2010

LORENZO: IL PRIMO URLO DA GRANDE



Il 4 maggio del 1987 Palma di Maiorca si preparava all’inizio della stagione balneare e all’invasione di migliaia di turisti. Non sapeva, però, che quel giorno sarebbe stato ricordato da quelle parti per la nascita di un predestinato, di un futuro campione: Jorge Lorenzo, detto Por Fuera, ovvero, letteralmente dall’esterno, e che più o meno tende a significare che ti punta, si porta all’esterno e ti sorpassa senza neanche salutarti. Lorenzo ha vinto, anzi ha stravinto, il mondiale 2010 della top class di motociclismo, ha vinto 7 volte (Spagna, Francia, Inghilterra, Olanda, Catalogna, Stati Uniti e Repubblica Ceca) e soltanto in due occasioni (Aragona e Giappone) e peraltro a mondiale già quasi in tasca, è finito giù dal podio; ha conquistato 333 punti (e mancano ancora due gare al termine). Qualcuno dice che la vita gliel’hanno resa meno complicata gli avversari, Valentino Rossi infortunato nella parte chiave della stagione, Pedrosa che si è svegliato nei minuti di recupero dove peraltro è stato preso in contropiede dalla sua spalla che lo ha messo ko impedendogli di tentare la rimonta, e Stoner che ha passato più tempo a ruzzolare sulla ghiaia che ad impennare sotto la bandiera a scacchi, ma ciò è vero soltanto in parte, perché, controprove permettendo, crediamo a ragion di logica che Lorenzo, forte del suo talento, della sua fame e della sua Yamaha più simile allo Shuttle che ad una motocicletta, avrebbe trionfato ugualmente per buona pace di tutti. Non ha commesso errori lo spagnolo (mai ritirato), ha sempre attaccato anche quando aveva ormai capito di avere il titolo in saccoccia, ha mostrato e dimostrato maturità. E la Yamaha lo sa, tanto che ha risposto alle lamentele di Valentino Rossi, che mal digeriva la concorrenza casalinga di Lorenzo, con una sorta di benservito, non opponendosi al passaggio del pesarese alla Ducati. Lorenzo, già campione del mondo nella 250 nel 2007, rappresenta il futuro del motociclismo, non appare il tipo capace di accontentarsi di un trionfo e di dormire sugli allori negli anni successivi, come accaduto ad esempio ad Hayden dopo il mondiale del 2006, a Stoner dopo quello del 2007 e in Formula 1 a Raikkonen dopo la vittoria al fotofinish con la Ferrari nel 2007. Il ventitreenne di Palma di Maiorca ha ancora fame e il prossimo campionato si preannuncia spettacolare: Lorenzo con la Yamaha campione in carica, Rossi con la Ducati, Stoner e Pedrosa con la Honda, insomma, appassionati di moto non vi resta che aspettare la primavera ventura per godervi lo spettacolo.

Marco Milan