Stesso identico discorso è fatto dalla parte neroazzurra, come se perdere quello scudetto di cartone volesse dire perdere quelli vinti sul campo. Moratti passando per Julio Cesar e tanti altri componenti della rosa, hanno più volte espresso quanto importante sia quello scudetto. L'Inter ha finito quel campionato al terzo posto, dietro a Milan e Juve. Se è più che giusto non prendere neanche in considerazione l'ipotesi di dare quello scudetto alla Juventus, sarebbe allo stesso modo giusto considerare l'assegnazione dello scudetto 2006 come quello del 2004-'05 ovvero non assegnandolo a nessuna delle due squadre. Dovrebbe essere anche una semplice questione di stile, come si fa a reclamare per proprio uno scudetto perché ci si considera virtuosi, senza macchia quando i tabulati telefonici hanno poi dimostrato il contrario? Quando viene dimostrato che quel virtuosismo di cui tanto ci si vantava era più che altro presunto come si fa a pretendere per se lo scudetto “morale”?
È ovvio che le telefonate uscite fuori riguardanti l'Inter non sono compromettenti come quelle riguardanti la Juventus, ma bastano però a dimostrare che il vizio delle telefonate agli arbitri era un vizietto di parecchie squadre. Allora perché si perde tempo dietro reclami e frecciate tra dirigenze? È questo sicuramente uno dei tanti aspetti brutti del nostro calcio. Un interessante servizio Mediaset, a metà tra provocazione e realtà, ha proposto l'assegnazione dello scudetto di cartone alla prima squadra classificata in quell'anno che non sia coinvolta in nessuna chiamata verso le alte cariche arbitrali. Scalando la classifica si è arrivati cosi all'assegnazione del titolo al Livorno di Spinelli, attualmente in serie B, in quanto non è emerso nessuno squillo verso i vari Bergamo, Pairetto o chi che sia. È solo provocazione che forse tale non dovrebbe restare avvicinandosi un po' di più alla realtà. Nel frattempo continueremo, stanchi e stufi, a sentire richieste per uno scudetto giocato quattro anni fa.
Cristiano Checchi