È finalmente arrivato il debutto dell’Italia a Sudafrica 2010. Gli azzurri non sono andati oltre al pareggio contro il Paraguay. Gli uomini di Lippi hanno sempre controllato il gioco non riuscendo però quasi mai a mettere in difficoltà il portiere avversario. Nessuna grande novità negli 11 iniziali. Buffon tra i pali, da sinistra a destra Criscito, Chiellini, Cannavaro e Zamrbotta. A centrocampo De Rossi e Montolivo vertici bassi, Pepe a destra, Iaquinta a sinistra con Marchisio dietro l’unica punta Gilardino.
Erano ben 5 i debuttati nel mondiale, sono diventati sette con gl’ingressi dei Marchetti nell’intervallo e di Di Natale nel corso del secondo tempo. Esordienti tutti promossoi tranne il solo Marchisio apparso svagato e fuori ruolo. Di Natale negli ultimi minuti ha mostrato tanta voglia ma poca concretezza, inoperoso per tutto il secondo tempo Marchetti, cosi come lo era stato Buffon.
Primo tempo con poche emozioni, quando ormai il primo tempo sembra chiudersi sullo 0 a 0 Alcaraz in mezzo a De Rossi e Cannavaro colpisce di testa a fa 1 a 0. L’errore dei due campioni del Mondo è banale, lo svantaggio è immeritato ma cosi è, si va all’intervallo con la consapevolezza che non si può assolutamente perdere. La serata però sembra essere maledetta al rientro in campo non c’è più Buffon, è il turno di Marchetti. Poco dopo fuori anche l’inutile Marchisio, dentro un Camoranesi lontano parente di quello di Germania 2006, capace solo di farsi ammonire per un brutto fallo e di rischiare con un altro intervento pericoloso addirittura il rosso. Al 15° minuto però uno dei responsabili del gol avversario si getta in spaccata sull’angolo di Pepe e complice l’uscita fantozziana del portiere fa uno a uno: è il primo gol per Daniele De Rossi in un mondiale. Lui l’anello di contatto tra i giovani e i vecchi di Germania 2006, lui che ha caricato l’amico Pepe per un debutto che fino a 2 anni fa nessuno avrebbe potuto immaginare, è lui che rida ossigeno alla squadra. L’Italia torna a crederci, si può vincere basterebbe poco, ma non c’è mai l’ultimo passaggio per la punta, non arriva mai la nitida occasione da gol. Neanche l’ingresso dell’ultimo debuttante mondiale, mister 29 gol in campionato, al posto di Gilardino da la spinta che serve all’Italia. È uno a uno, ne carne ne pesce, si cerca di guardare il bicchiere mezzo pieno: passare il turno non è certo impresa proibitiva, Nuova Zelanda e Slovacchia non possono e non devono mettere paura all’Italia. E’ l’eventuale ottavo di finale che deve preoccupare.
Domenica contro la Nuova Zelanda ci si gioca tutto, qualcosa negli undici iniziali andrà cambiato, Marchisio non va verso la conferma, cosi come Giardino, nemmeno un tiro in porta per l’attaccante viola. Iaquinta è palesemente fuori ruolo relegato sulla fascia prima a sinistra poi a destra. Sappiamo della generosità del giocatore ma cosi sembra essere troppo anche per lui. Anche il modulo non sembra dei più giusti per la nazionale, il modulo della Roma spallettiana non si amalgama con le qualità della rosa portata da Lippi. C’è una settimana per riflettere, una settimana per lavorare perché contro la Nuova Zelanda è accettato un solo risultato.
Erano ben 5 i debuttati nel mondiale, sono diventati sette con gl’ingressi dei Marchetti nell’intervallo e di Di Natale nel corso del secondo tempo. Esordienti tutti promossoi tranne il solo Marchisio apparso svagato e fuori ruolo. Di Natale negli ultimi minuti ha mostrato tanta voglia ma poca concretezza, inoperoso per tutto il secondo tempo Marchetti, cosi come lo era stato Buffon.
Primo tempo con poche emozioni, quando ormai il primo tempo sembra chiudersi sullo 0 a 0 Alcaraz in mezzo a De Rossi e Cannavaro colpisce di testa a fa 1 a 0. L’errore dei due campioni del Mondo è banale, lo svantaggio è immeritato ma cosi è, si va all’intervallo con la consapevolezza che non si può assolutamente perdere. La serata però sembra essere maledetta al rientro in campo non c’è più Buffon, è il turno di Marchetti. Poco dopo fuori anche l’inutile Marchisio, dentro un Camoranesi lontano parente di quello di Germania 2006, capace solo di farsi ammonire per un brutto fallo e di rischiare con un altro intervento pericoloso addirittura il rosso. Al 15° minuto però uno dei responsabili del gol avversario si getta in spaccata sull’angolo di Pepe e complice l’uscita fantozziana del portiere fa uno a uno: è il primo gol per Daniele De Rossi in un mondiale. Lui l’anello di contatto tra i giovani e i vecchi di Germania 2006, lui che ha caricato l’amico Pepe per un debutto che fino a 2 anni fa nessuno avrebbe potuto immaginare, è lui che rida ossigeno alla squadra. L’Italia torna a crederci, si può vincere basterebbe poco, ma non c’è mai l’ultimo passaggio per la punta, non arriva mai la nitida occasione da gol. Neanche l’ingresso dell’ultimo debuttante mondiale, mister 29 gol in campionato, al posto di Gilardino da la spinta che serve all’Italia. È uno a uno, ne carne ne pesce, si cerca di guardare il bicchiere mezzo pieno: passare il turno non è certo impresa proibitiva, Nuova Zelanda e Slovacchia non possono e non devono mettere paura all’Italia. E’ l’eventuale ottavo di finale che deve preoccupare.
Domenica contro la Nuova Zelanda ci si gioca tutto, qualcosa negli undici iniziali andrà cambiato, Marchisio non va verso la conferma, cosi come Giardino, nemmeno un tiro in porta per l’attaccante viola. Iaquinta è palesemente fuori ruolo relegato sulla fascia prima a sinistra poi a destra. Sappiamo della generosità del giocatore ma cosi sembra essere troppo anche per lui. Anche il modulo non sembra dei più giusti per la nazionale, il modulo della Roma spallettiana non si amalgama con le qualità della rosa portata da Lippi. C’è una settimana per riflettere, una settimana per lavorare perché contro la Nuova Zelanda è accettato un solo risultato.
Cristiano Checchi
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